I 6 Principi che nessuno ti insegna a scuola (ma che valgono una fortuna)

Negli ultimi venticinque anni, attraverso l'intervista a numerose personalità di spicco, sono stati distillati alcuni principi fondamentali di buon senso, definiti informalmente come un esalogo. Questi concetti mirano a fornire una struttura per affrontare l'evoluzione tecnologica costante. L'obiettivo è offrire spunti di riflessione per ottimizzare l'approccio al proprio percorso professionale e personale in un mondo in rapida trasformazione.

Di fronte alle rivoluzioni tecnologiche, è cruciale fermarsi per identificare i propri punti di forza intrinseci. Questi includono la storia personale, le esperienze uniche e le peculiarità individuali, come l'essere calvo, avere quattro figli o essere stati giocatori professionisti di pingpong. Ragionare su di sé come un prodotto permette di comprendere che esiste sempre un pubblico che apprezza quella specifica offerta, indipendentemente da quanto possa sembrare insolita.

Io adoro i rompicoglioni. Va bene? Cioè, questo lo sai per certo, il mondo è grande.

Kevin Kelly ha teorizzato l'esistenza di mille veri fan per qualsiasi artista o creatore. Se si ipotizza che ciascuno di questi fan contribuisca con €100 all'anno, si ottiene un reddito di €100.000. Questo non porta alla ricchezza estrema, ma garantisce la possibilità di mantenersi facendo ciò che appassiona e di esprimere appieno il proprio potenziale.

Un secondo principio cardine consiste nel dedicarsi ad attività che appaiono come un semplice passatempo o un gioco personale, pur essendo percepite come un vero e proprio lavoro da osservatori esterni. Per esempio, la creazione di video era considerata un hobby, ma è diventata la professione principale. È fondamentale riconoscere che l'insoddisfazione lavorativa spesso deriva non dal compito in sé, ma dall'ambiente o dal contesto geografico in cui viene svolto. Spostarsi, come nel caso del trasferimento da Milano a Brighton, può portare a una completa fioritura professionale.

Viene introdotta la Regola dell'Inversione, resa popolare da Charlie Munger, socio storico di Warren Buffett. Questo approccio suggerisce di invertire la domanda standard su cosa si desidera ottenere, specialmente quando si è di fronte a grandi incertezze legate alle trasformazioni del mercato, come l'impatto dell'intelligenza artificiale sul proprio impiego.

Concentrarsi sull'eliminazione immediata di abitudini dannose porta risultati rapidi. Se l'obiettivo è essere in forma, invece di pianificare lunghe sessioni in palestra, si può immediatamente smettere di consumare bevande zuccherate o di guardare Netflix per tre ore ogni giorno. Queste azioni immediate generano un impatto positivo significativo senza richiedere una pianificazione complessa.

Un principio guida essenziale è quello di individuare e scommettere su qualcosa che tutti dovranno utilizzare, che risulta impossibile da fermare a livello globale, ma che solo pochi riescono a comprendere appieno. Internet ne è stato un esempio lampante all'inizio. Attualmente, l'intelligenza artificiale rientra in questa categoria. La corsa tra Stati Uniti e Cina per il controllo planetario in questo settore sta spingendo investimenti miliardari per sviluppare un'IA iper-potente, che rappresenta un'arma competitiva senza precedenti.

È fondamentale sviluppare la sensibilità per riconoscere i trend emergenti. Grazie all'intelligenza artificiale, è possibile eseguire ricerche approfondite per anticipare i cambiamenti del mercato. Questo approccio permette di intercettare sia fenomeni di breve durata, come i fidget spinner durati pochi mesi, sia cambiamenti strutturali più ampi.

Le aziende e gli individui tendono a sottovalutare l'importanza cruciale del brand, sia esso personale o aziendale. Il valore del marchio può tradursi in guadagni enormi per un contributo minimo. Si consideri l'esempio di Vin Diesel, che ha percepito 7 milioni per pronunciare una sola frase, "I am Groot", grazie al brand che portava con sé.

Per concludere, una riflessione offerta dal maestro di scacchi evidenzia la natura predittiva del pensiero strategico. Quando si gioca a scacchi, la mente si proietta nel futuro, visualizzando la scacchiera, le mosse proprie e quelle dell'avversario. Questo esercizio mentale di visualizzazione è essenziale per prendere il controllo delle direzioni future.

Quando tu pensi a scacchi ti sposti nel futuro perché tu visualizzi la scacchiera, visualizzi i pezzi, le tue mosse, le mosse dell'avversario e ti sposti nel futuro.

Se si assimila questa metodologia di anticipazione strategica, uscendo dal contesto attuale, si ottiene la capacità di influenzare attivamente gli eventi a venire. La chiave è spostare la concentrazione dal presente immediato alla proiezione strategica, assicurandosi che il futuro desiderato diventi effettivamente il proprio dominio.